Massa Marittima itinerari artistici

Da piazza del Duomo alla chiesa di Sant'Agostino

Piazza del Duomo
La visita alla scoperta delle bellezze di Massa Marittima parte da piazza Garibaldi, fulcro del libero comune, spazio urbanistico che riunisce i complessi architettonici più rilevanti della vita religiosa e politica di questa città: il duomo, il palazzo Pretorio, il palazzo Vescovile, il palazzo del Comune. Chiudono la piazza, detta anche Garibaldi, le Fonti e le Logge pubbliche, adibite originariamente a sede delle adunanze, quindi del tribunale ed infine del mercato. Per quanto riguarda le Fonti pubbliche dette anche dell’abbondanza, sono costituite da un edificio massiccio, con tre grandi e robusti archi a sesto acuto dove venivano fatte confluire le fonti dell’acqua potabile del paese. Sopra le tre arcate venne in un secondo tempo edificato un magazzino in cui era custodito il 5% della produzione di tutto il grano, come riserva in caso di guerra o di carestia.

Duomo
Eretto a partire dal XII secolo, questo edificio rappresenta uno dei più insigni esempi di architettura religiosa non solo della Maremma ma dell’intera Toscana. Come non restare a bocca aperta, quando entrati nella piazza, si vede la cattedrale di san Cerbone ergersi in cima ad una scalinata irregolare che la proietta ancora più verso l’alto.
La facciata a salienti, decorata da arcate cieche e da una loggetta, rivela la suddivisione interna in tre navate. Ci si soffermi a guardare l’architrave del portale con scene della vita di san Cerbone cui la chiesa è dedicata.
Una volta dentro procediamo alla scoperta dei vari tesori che questa chiesa ha in serbo per noi; tra tutti spicca il magnifico Crocifisso ligneo policromo di Giovanni Pisano dai toni drammatici. E che dire anche del monumentale fonte battesimale eseguito da Giroldo da Como. Di pari rilievo è l’Arca di san Cerbone, capolavoro trecentesco dello scultore Goro di Gregorio. Per quanto concerne la pittura, è da menzionare la Madonna col Banbino della scuola di Duccio di Buoninsegna.
All’uscita scendendo la gradinata ci troviamo dinanzi l’imponente mole di palazzo Pretorio, attuale sede museale.

Palazzo Pretorio
Nelle sale di questo palazzo duecentesco, di chiara impostazione romanica, sono esposte le opere appartenenti al Museo archeologico, nonché tante altre di proprietà comunale tra cui la Maestà di Ambrogio Lorenzetti, capolavoro dell’attività matura del pittore senese.

Palazzo Comunale
La maestosa costruzione è formata dall’accorpamento di due edifici di origine trecentesca, di cui il corpo centrale in stile gotico senese, con la duecentesca torre del Bargello.

Proseguendo per via della Libertà incontriamo degli edifici di notevole importanza storica e architettonica, tra cui palazzo Pannocchieschi, potente famiglia che ebbe tra i suoi esponenti vescovi e principi imperiali. Poco più avanti si trova il palazzo Albizzeschi dove nacque san Bernardino. Quindi percorriamo via dei Bassi e la ripida via Moncini al termine della quale vi è la porta alle Salici, sorta di cerniera fra la città vecchia e quella nuova che comincia, appena superata la Porta, in piazza Matteotti. Qui si eleva la torre del Candeliere, oggi ridotta a due terzi della sua originaria altezza e raccordata alle mura da un ponte ad arco rampante. Dirimpetto alla torre si erge il quattrocentesco Palazzetto delle Armi, messo a disposizione come sede del Museo di Arte e Storia delle Miniere.

Museo di Arte e Storia delle Miniere
Ospitato nelle sale dell’unico palazzo civile quattrocentesco, un tempo adibito a magazzino delle armi, questo museo testimonia la vita nelle miniere mediante la lettura di pannelli esplicativi e la visione di minerali e strumenti aiutano a capire come si svolgeva l’attività estrattiva, tipica delle colline metallifere. Che si trattasse di un lavoro di particolare rilievo nel territorio in cui sorge Massa Marittima lo testimonia la presenza in città di un altro analogo museo, quello della Miniera che gli interessati potranno visitare in via Corridoni.

Non sono queste le sole realtà che documentano i mestieri di un tempo ormai passato, soppiantati dall’inarrestabile avanzata delle nuove tecnologie, ma che in questa città hanno trovato spazi per tornare a vivere. Infatti, appena imboccato corso Diaz, incontriamo via Populonia dove sorprende il turista la presenza di un antico frantoio, risalente alla fine del Settecento. Visitarlo è come fare un tufo in un mondo in cui lavoro era sinonimo di fatica, impegno, operosità. Colpisce, non solo i più piccoli, la grande ruota motrice sul cui asse è innestata una lunga leva alla quale veniva aggiogato il mulo.
Tornando in corso Diaz si trovano il Museo Santa Cecilia di Organi meccanici antichi e il Museo di Arte sacra.

Museo santa Cecilia di Organi meccanici antichi
Ospitato in un settore dell'antica chiesa di San Pietro all'Orto, il museo, unico in Italia, illustra l’evoluzione tecnologica, stilistica e di gusto degli strumenti a tastiera (dal clavicembalo al pianoforte), prestando particolare attenzione alla produzione nostrana. Un patrimonio artistico comprendente pezzi di eccezionale valore. Questa visita sarà dunque un piacere per la vista e per l’udito, dato che la fondazione organizza eventi musicali in cui è possibile ascoltare le timbriche degli antichi strumenti esposti, fatti suonare, per l'occasione, dalle mani esperte di pianisti internazionali.

Museo di Arte sacra
Ecco l’ultimo nato del sistema museale di Massa Marittima. Per una prestigiosa raccolta delle opere principali della vita religiosa e civile della città si è trovato un contenitore altrettanto prestigioso: il convento di San Pietro all’Orto.

Camminando per corso Diaz si incontra piazza Socci dove verso la fine del Duecento venne iniziata la costruzione della chiesa di Sant'Agostino, conclusasi nella prima metà del Trecento.

Chiesa di Sant'Agostino
La sobrietà delle forme si sposa ad una decisa sensazione di maestosità. All’interno si custodisce la reliquia della veste di san Bernardino da Siena, massetano di nascita, oltre a tele e a tavole dipinte di notevole valore.
Molto belli sono i chiostri appartenenti all’inizio del Quattrocento che facevano parte del convento agostiniano.