Arezzo itinerari artistici
Itinerario A Dalla stazione a Piazza Grande
Arrivando alla stazione di Arezzo la prima tappa di questo nostro itinerario sarà l’area archeologica. Per questo si percorra via Aretino al cui termine incontriamo il Museo archeologico e l’anfiteatro romano.
Museo archeologico
In Italia può capitare di imbattersi in musei come questo il cui valore storico-artistico è legato non solo al patrimonio contenuto ma anche all’edificio in sé. Il museo ha infatti sede nel convento dei Montolivetani di San Bernardo, costruito a partire dal Trecento su parte delle strutture dell’anfiteatro romano; di cui sono visibili, al piano inferiore, le volte dell’ambulacro. Al pian terreno è esposto, con criterio topografico, il materiale proveniente dalla città e dal suo territorio, mentre al piano superiore, con disposizione di carattere antiquario, trovano collocazione le collezioni di varia provenienza.
Anfiteatro romano
Costruito tra i secoli I e II a. C. utilizzando blocchi di arenaria, laterizi e marmi, presenta la consueta forma ellittica, a due ordini di gradinate; poteva ospitare ben circa ottomila spettatori. Ripetutamente saccheggiato, nel corso dei secoli è stato privato dei materiali più preziosi impiegati per erigere edifici di culto, quindi parzialmente interrato. Sono tuttora visibili la platea e parte degli ambulacri.
A questo punto percorrendo via Margaritone e poi via Roma si arriva in piazza Guido Monaco; da qui si prende via Monaco che ci porta in piazza San Francesco, fulcro di interesse artistico della città per la presenza della chiesa che conserva un magnifico ciclo pittorico di Piero della Francesca.
Chiesa di San Francesco
Risalente alla seconda metà del Duecento, la basilica ha la facciata frutto di un rifacimento trecentesco, condotto in stile gotico toscano e chiaramente ispirato a criteri di semplicità estetica di derivazione francescana. Questo edificio così spoglio e severo nell’esterno in mattoni e pietre custodisce nell’abside uno dei più grandi tesori della pittura quattrocentesca, ossia gli affreschi della Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca. Da segnalare è anche il grande Crocifisso dipinto da un contemporaneo di Cimabue. Al piano sottostante si estende la chiesa inferiore, ripristinata nel corso degli ultimi decenni ed utilizzata come sala espositiva.
Adiacente a piazza San Francesco è piazza del Popolo. La forma pressoché triangolare di questo spazio delimita a valle le pendici del centro antico della città. Realizzata a metà dell’Ottocento, fu destinata per lungo tempo al mercato dei cereali: delle tradizionali logge del grano resta ancora l'edificio sul lato Nord. La piazza risulta tagliata da via Garibaldi, l’antica via Sacra che nel Medioevo cingeva a semicerchio la città; percorriamola sino ad incontrare via san Lorentino dove si affaccia il Museo di arte medievale e moderna.
Museo di arte medievale e moderna
Situato nel rinascimentale palazzo Bruni, il museo conserva, accanto all’importante raccolta di dipinti dell’Ottocento e del Novecento, numerose terrecotte di Andrea della Robbia, nonché singolari collezioni di gemme e coralli. È soprattutto quella di maioliche ad avere particolare rilevanza, è infatti una tra le più significative a livello nazionale.
Dirigiamoci ora verso via XX Settembre dove si trova affaccia la casa in cui visse quel poliedrico artista che fu Giorgio Vasari.
Casa Vasari
Eccellente pittore ed architetto, ma anche grande scrittore, Giorgio Vasari acquistò nel 1540 questa abitazione di cui curò il restauro e dipinse le sale del piano nobile. La casa si sviluppa su due piani ed è ornata da un piccolo giardino. Visitare queste stanze in cui l’artista soggiornò con la moglie è un’esperienza decisamente suggestiva, resa ancor più interessante per le numerose opere ivi esposte. Inoltre il museo ospita talvolta mostre temporanee, come in questo periodo. Da segnalare la presenza nell’annesso Archivio di lettere autografe di Michelangelo, di papa Pio V e del granduca Cosimo I de’ Medici.
Da via XX Settembre si raggiunga via Domenico lungo la quale si spalanca alla nostra vista la piazza dominata dalla mole della chiesa di San Domenico. È sicuramente questo uno degli scorci più pittoreschi offerti dalla città.
Chiesa di San Domenico
Fondata nel 1275 e ultimata all’inizio del Trecento, la basilica è stata nel tempo sottoposta a manomissioni e restauri. Sulla caratteristica facciata si apre un portale romanico mentre il pronao è un rifacimento di questo secolo. Al campanile a vela sono appese due campane trecentesche. Una volta entrati lo sguardo è catturato dalla grandiosità del magnifico Crocifisso dipinto da Cimabue che sovrasta l’altare maggiore. Ai lati le pareti recano tracce degli affreschi realizzati tra Trecento e Quattrocento da artisti aretini e senesi.
Attraversata la piazza si scenda lungo via Sassoverde per prendere via Ricasoli, all’altezza di via dei Pillati saliamo verso la piazza su cui svetta l’edificio della cattedrale.
Duomo
Custode di un pregevole patrimonio artistico, la cattedrale, dedicata a San Pietro Maggiore, fu edificata tra la fine del Duecento e l’inizio del Cinquecento. La facciata è frutto di una ricostruzione novecentesca in stile neogotico. All’interno la luce screziata che filtra attraverso le vetrate istoriate di Guglielmo de Marcillat illumina le molteplici opere ivi conservate, tra cui merita soffermarsi a ammirare la Maddalena di Piero della Francesca.
Museo diocesano del duomo di Arezzo
Collocato immediatamente dietro la cattedrale, il museo conserva numerose opere d’arte della Diocesi di Arezzo, tra cui spiccano i dipinti di celebri artisti locali come Luca Signorelli e Giorgio Vasari (autore della Galleria degli Uffizi), ma di grande interesse sono anche le sculture, gli oggetti di oreficeria sacra, i codici e i paramenti liturgici.
Attraversata la piazza percorriamo via dei Pileati sino ad incontrare la chiesa di Santa Maria della Pieve.
Chiesa di Santa Maria della Pieve
Risalente al XII-XIII secolo, questa pieve è un magnifico esempio di architettura romanica. La facciata maestosa presenta influenze pisane-lucchesi, ripartita in basso da cinque arcate cieche e superiormente vivacizzata da tre loggiati sovrapposti, ai quali le differenze di spaziatura, altezza e diametro delle colonne conferiscono dinamicità e leggerezza. Lo sviluppo marcatamente orizzontale della facciata contrasta con il verticalismo del campanile, detto “dalle cento buche” per le numerose bifore che ne alleggeriscono la struttura. All’interno, sopra l’altare maggiore, si può ammirare il polittico raffigurante la Madonna col bambino tra Santi di Pietro Lorenzetti: una delle più raffinate testimonianze dell’arte senese in terra aretina.
Di fronte alla pieve si trova un museo singolare, nato grazie al gesto di un antiquario aretino che ha donato alla città la sua variegata, cospicua collezione.
Casa Museo Ivan Bruschi
Situato nel trecentesco Palazzo del capitano del popolo, nella casa museo Ivan Bruschi è esposta la collezione dell’antiquario aretino, scomparso nel 1996. Visitare queste sale significa fare un viaggio nel tempo attraverso luoghi vicini e lontanissimi. Gli oggetti infatti esposti sono i più diversi in quanto a datazione, luoghi di provenienza e tipologia. La raccolta infatti comprende mobili, dipinti, sculture, libri, vetri, ceramiche, argenterie, gioielli, attrezzi da lavoro e monete che vanno dalla preistoria ai giorni nostri. A questa vasta collezione (conta circa diecimila pezzi) fanno da degna cornice le stanze di questo palazzo, uno degli edifici pubblici più importanti e rappresentativi della città durante il basso Medioevo, come testimoniano i molti stemmi affissi alla facciata.
Costeggiando la chiesa si sbuca in piazza Grande. Suggestivo scenario della Giostra del Saracino, questa antica piazza trapezoidale si apre nel cuore della città medievale, estendendosi su una superficie fortemente inclinata. Le varie modifiche subite nel corso dei secoli ne fanno una antologia di stili architettonici che vanno dal romanico al barocco. A seguito degli interventi cinquecenteschi la piazza ha assunto dimensioni più ridotte rispetto a quelle duecentesche quando era dominata a monte dal Palazzo del Comune (di cui sono visibili scarse tracce in cima a via Pelliceria) e dal Palazzo del Popolo, i cui ruderi si trovano alla sommità di via dei Pileati, incorporati nel muraglione di sostegno del terrapieno del Prato. Accanto alle case, alle torri medievali, ai palazzi rinascimentali si affacciano sulla piazza le imponenti Logge del Vasari e l’elegante palazzo della Fraternita dei Laici, sormontato dal campanile a vela, realizzato a metà del Cinquecento, che ospita uno dei più antichi orologi ancora in funzione, in cui sono indicate le ore, i giorni e le fasi lunari.
Itinerario B Fuori città
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
Subito fuori le mura della città va segnalata la presenza di questo incantevole santuario quattrocentesco, raggiungibile percorrendo il lungo rettilineo di viale Mecenate. Dal portale d’ingresso si accede in un vasto e suggestivo cortile, sistemato a prato e costeggiato dal porticato. La chiesa, disposta sul fondo, fu eretta nella prima metà del Quattrocento sulle rovine dell’antica Fons Tecta, ritenuta sede di un culto pagano delle acque. L’edificio è in stile tardogotico, preceduto da un portico di Benedetto da Maiano che è un assoluto capolavoro di leggerezza e di grazia, a sette arcate poggianti su esili colonne. Da notare, all’interno, l’altare maggiore in marmo e terracotta smaltata, opera inconsueta di Andrea della Robbia.