Siena itinerari artistici

Itinerario A Da piazza del Campo alla chiesa di Sant’Agostino

Piazza del Campo
Questo itinerario comincia in una delle più suggestive e scenografiche piazze italiane, nonché simbolo della città di Siena. La sua caratteristica forma a conchiglia, dipesa dall’antica necessità di consentire il defluvio delle acque piovane, fa di questa piazza un autentico anfiteatro, impreziosito di eccezionali opere d'arte, come i palazzi che lo circondono. Originariamente usato per fiere e mercati, il Campo fu concepito come sede del governo cittadino con la salita al potere dei Nove, a ricordo dei quali la pavimentazione a mattoni è intervallata da nove strisce di travertino disposte a raggiera.
Al fine di conferire la massima armonia possibile alla piazza si ricercò la coerenza stilistica dei palazzi che vi si affacciano indicando quali criteri occorreva rispettare.
Nella parte più alta della piazza è collocata la stupenda Fonte Gaia. Realizzata tra il 1409 e il 1419 dal grande scultore senese Jacopo della Quercia, la fontana ha la forma di un grande bacino marmoreo i cui lati assecondano la pendenza della piazza (l’opera originale è stata sostituita con una copia ottocentesca e trasferita nell’Ospedale di Santa Maria della Scala).
Alla base della conchiglia si erge maestoso ed elegante il palazzo Pubblico, quasi a far da sfondo all’ampia cavea. Attualmente sede del Museo civico entriamo a visitarlo.

Palazzo Pubblico
Notevole esempio dell’architettura civile senese, il palazzo è insigne espressione di quel vocabolario gotico che durante il Medioevo trova a Siena uno dei centri italiani di massima diffusione. Visitando le sue stanze è possibile ripercorrere i momenti più significativi del passato del glorioso comune senese. Tra le sale più belle sono da segnalare quella del Mappamondo che conserva alcuni celeberrimi affreschi di Simone Martini e quella della Pace o dei Nove, già sede del governo cittadino, dove si possono ammirare le pitture di Ambrogio Lorenzetti raffiguranti l’Allegoria del Buono e del Cattivo Governo, ciclo profano trecentesco di carattere etico e politico la cui modernità continua, a tutt'oggi, a meravigliare.

A lato del palazzo Pubblico si trova la cappella di Piazza costruita dal popolo senese per adempiere ad un voto fatto durante la peste che si abbatté sulla città nel 1348. Sopra il tabernacolo marmoreo svetta la torre del Mangia, una delle torri antiche italiane più alte, il cui nome deriva dal soprannome di “mangiaguadagni” dato al suo primo custode Giovanni di Duccio. Dalla sua sommità si domina la città e lo sguardo si smarrisce per i tetti senesi e la campagna circostante sino a scorgere all’orizzonte la svettante cima del monte Amiata.

Appena usciti da piazza del Campo, in via di Città vediamo la graziosa Loggia della Mercanzia, nelle cui quattro nicchie sono collocate le statue degli antichi santi protettori di Siena. Percorriamo per intero questa strada, una delle più eleganti della città, fiancheggiata da signorili e monumentali residenze come Palazzo Chigi Saracini, attuale sede dell’Accademia Musicale Chigiana, e palazzo delle Papesse, una delle rare costruzioni rinascimentali presenti a Siena. Divenuto sede del Centro per l’Arte Contemporanea, questo edificio ospita continuamente mostre, convegni e seminari sulle tendenze attuali dell’arte.
Prendendo via San Pietro giungiamo dinanzi alla Pinacoteca Nazionale.

Pinacoteca nazionale
Attraversando le sale del museo ripercorriamo le tappe più rilevanti della cultura figurativa di Siena dal XII al XVIII secolo, attraverso i capolavori dei suoi più grandi Maestri: Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, i Lorenzetti, Sodoma, Beccafumi, solo per citarne alcuni.

Proseguendo lungo via San Pietro si finisce nel prato Sant’Agostino, su cui si erge l’omonima chiesa.

Chiesa di Sant’Agostino
La costruzione della chiesa e dell’annesso convento fu iniziata nella seconda metà del Duecento protraendosi per oltre cinquant’anni. Tra le varie opere d’arte che vi si possono ammirare vanno messe in evidenza due Sibille affrescate da Luca Signorelli, la Crocifissione del Perugino e l’Altare Piccolomini, in marmi policromi, che racchiude un dipinto del Sodoma.

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Itinerario B Da piazza del Duomo alla chiesa di San Domenico

Piazza del Duomo

Duomo
Dedicata a santa Maria Assunta, la cattedrale odierna è frutto dei lavori condotti nel Duecento ai quali presero parte Nicola Pisano e suo figlio Giovanni. Mentre Giovanni lavorava alla facciata, Nicola creava il pulpito, terminandolo nel 1268. Nella prima metà del Trecento, all’apice della prosperità, i Senesi concepirono l’idea di un nuovo edificio che si sarebbe dovuto inserire in quello già esistente ampliandolo, ma i funesti rovesci del 1348 (anno in cui imperversò la peste) comportarono un brusco arresto dei lavori. A testimonianza dell’ambizioso progetto di ingrandimento permangono i muri perimetrali della navata laterale destra e della facciata, il cosiddetto “facciatone”.
Se entrando si è attratti dalla grandiosità dell’edificio, dalle molteplici bellezze artistiche qui conservate, non bisogna dimenticare di abbassare lo sguardo per ammirare il pavimento che realizzato, perlopiù su disegni di Beccafumi, a commessi marmorei rappresenta un unicum nella storia dell’arte. È da segnalare anche la presenza della Cappella del Voto, progettata da Gian Lorenzo Bernini, e del già citato pulpito di Giovanni Pisano.
Prima di uscire dal Duomo passiamo dalla libreria Piccolomini. Questo piccolo gioiello dell’umanesimo quattrocentesco è stato interamente affrescato dal Pinturicchio su disegni di Raffaello con scene della vita di papa Pio II, appartenente alla nobile famiglia senese Piccolomini.
Quindi recandoci nella navata destra troviamo quegli ambienti che musealizzati custodiscono opere provenienti dal duomo.

Museo dell’Opera del Duomo
Ricavato dalla chiusura delle prime tre campate della navata destra del cosiddetto “Duomo Nuovo”, raccoglie una straordinaria raccolta di opere tra cui spiccano le sculture di Giovanni Pisano e la straordinaria Maestà di Duccio di Buoninsegna, capolavoro dell’arte pittorica senese. Il museo conserva inoltre capolavori di artisti quali Ambrogio Lorenzetti, Taddeo di Bartolo, Domenico Beccafumi, Jacopo delle Quercia e Francesco di Giorgio Martini, ed anche oreficerie e argenterie tra cui merita rammentare il prezioso corredo liturgico della Cappella del Voto in argento sbalzato, smalti, oro e cristallo di rocca. All’interno del museo si trova la Chiesa di San Niccolò, raro esempio a Siena di arte tardo barocca.

Ospedale di Santa Maria della Scala
Costruito dinanzi al duomo, questo edificio fu dapprima solo ospizio e in un secondo tempo anche ospedale, funzione questa che ha mantenuto sino a tempi recenti, tant’è che qui lo scrittore Italo Calvino ha ricevuto le ultime cure.
La struttura si presenta attualmente come un ampio complesso museale nelle cui stanze al primo piano sono organizzate mostre temporanee, mentre numerosi vani sotterranei costituiscono una sede espositiva alquanto suggestiva per la miriade di reperti archeologici conservati.

Battistero
Al di sotto delle campate finali del coro del duomo di Siena, si erge su piazza San Giovanni il Battistero. Costruito nel Trecento, ha la facciata gotica incompiuta. Al centro si trova la bella fonte battesimale esagonale in marmo, bronzo e smalto, alla cui realizzazione contribuirono alcuni dei più grandi scultori del Quattrocento: Donatello, Lorenzo Ghiberti e Jacopo della Quercia.

Attraversata piazza del Duomo si prenda via di Diacceto e quindi si percorra tutta via Fontebranda giungendo così a Fontebranda, la più antica e la più nota delle molte fontane di Siena. Citata da Dante nel XIII canto dell’Inferno, questa fonte, oltre a dissetare la città, faceva funzionare i mulini e dava lavoro a conciatori e tintori di panni. Nella prima vasca si poteva attingere l’acqua da bere, la seconda era usata come abbeveratoio per gli animali e la terza, ancora più in basso, serviva da lavatoio.
Da Fontebranda si può già scorgere in tutta la sua massiccia imponenza la basilica di San Domenico verso cui ci dirigiamo passando davanti alla casa in cui visse santa Caterina Benincasa. Percorrendo via Sant’Antonio e via della Sapienza finiamo in piazza San Domenico.

Chiesa di San Domenico
Costruita insieme al convento domenicano nel Duecento, la chiesa è uno splendido esempio di architettura gotica dalle forme scarne e severe.
Da sempre legata al culto di santa Caterina, nella grande basilica domenicana è conservata la reliquia della testa della santa. Si possono inoltre apprezzare delle belle pitture di Sodoma e Francesco di Giorgio Martini.

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Itinerario C Da piazza San Francesco alla chiesa di Santa Maria dei Servi

Chiesa di San Francesco
Eretta nel Duecento e successivamente ingrandita tra il Trecento ed il Quattrocento, questa chiesa vide la trasformazione del primitivo edificio romanico nell’immensa struttura gotica attuale.
All’interno, nella controfacciata si conservano i resti di due sepolcri trecenteschi e, in alto, due grandi affreschi frammentari staccati rispettivamente da porta Romana e porta Pispini.

Oratorio di San Bernardino
Sorge sul lato destro della piazza, nel luogo in cui era solito pregare questo santo. Formato da due ordini, di cui quello superiore riccamente affrescato da Sodoma e Beccafumi, mentre quello inferiore è ornato da pitture seicentesche.

Chiesa di Santo Spirito
Ricostruita quasi completamente tra il 1498 e il 1504, ha un bel portale rinascimentale attribuito a Baldassarre Peruzzi. All’interno sono presenti numerose opere d’arte, tra le quali di particolare rilievo sono, nella cappella degli Spagnoli, il san Jacopo di Compostela che sconfigge i mori, dipinto nel 1530 dal Sodoma ed un raro presepio in terracotta dipinta del 1504 di Ambrogio della Robbia

Torniamo in via di Pantaneto e seguiamola sino a quando incontriamo via San Girolamo, quindi prendiamo via dei Servi.

Chiesa di Santa Maria dei Servi
Questa chiesa si erge solitaria sulla sommità di un colle da cui si domina la sottostante Valdimonte.
All’interno sono conservate pregevoli opere d’arte tra cui la cosiddetta Madonna del Bordone, dipinta da Coppo di Marcovaldo e la Strage degli Innocenti di Matteo di Giovanni.

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