Pistoia itinerari artistici
- Itinerario A Dalla stazione allo Spedale del Ceppo
- Itinerario B Da piazza del Duomo al Pantheon degli Italiani illustri
Itinerario A Dalla stazione allo Spedale del Ceppo
Appena arrivati alla stazione camminiamo per via XX Settembre, attraversiamo piazza Treviso e quindi proseguiamo per via Vannucci. Da qui svoltiamo in corso Fedi su cui si apre piazza San Domenico, dove possiamo visitare il complesso residenziale dei Domenicani.
Chiesa di San Domenico
Eretta verso la fine del secolo XIII, ha subito modifiche nel corso dei secoli XVII e XVIII. Al suo interno raccoglie numerose opere di particolare rilievo artistico, tra cui meritano di essere segnalate le tre tombe monumentali, con particolare attenzione per quelle del beato Lorenzo e di Filippo Lazzari, attribuite al Rossellino. Nella cappella del Transetto degni di nota sono i monumenti funerari della famiglia Rospigliosi, della scuola di Bernini. Non meno rilevanti sono le testimonianze pittoriche visibili, come la Cavalcata dei Magi di Benozzo Gozzoli e il san Gerolamo variamente ritenuto del Pollaiolo o del Verrocchio; entrambi gli affreschi sono attualmente esposti in sagrestia.
Appena imboccata via Crispi troviamo la chiesa ed il convento di Sant’Antonio Abate.
Ex Chiesa di Sant’Antonio Abate
Costruita nella seconda metà del Trecento accanto all’annesso convento, la chiesa era retta dai Canonici regolari del Tau o di Sant’Antonio Abate. Divenuta sede museale, è possibile vedere le collezioni del Museo Marini e contemporaneamente osservare sulle pareti un ciclo di affreschi tra i più interessanti eseguiti nella seconda metà del Trecento a Pistoia, opera del fiorentino Niccolò Tommaso e in parte, forse, del pistoiese Antonio Vite, allievo di Gherardo Starnina.
Procediamo lungo via Crispi al cui termine si incontra, ad angolo con via Cavour, la chiesa di San Giovanni Fuorcivitas.
Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas
Questa antica chiesa, ricostruita nel secolo XII e ampliata nel corso del Trecento, è detta Fuorcivitas perché fu edificata fuori delle mura della città altomedievale. Esternamente presenta un rivestimento a fasce bicrome in marmo che investe anche gli elementi strutturali come i pilastri e gli archi ciechi ed è abbellita dalla presenza di sculture, tra cui spicca il bassorilievo, raffigurante l'Ultima Cena, che orna l'architrave del portale laterale nord. Entrando ci si trova subito di fronte ad uno dei capolavori che questa chiesa conserva: la raffinatissima acquasantiera eseguita probabilmente da Giovanni Pisano in un unico blocco di alabastro, ricco di suggestive trasparenze. Proseguendo nella visita possiamo ammirare la Visitazione in terracotta invetriata di Luca della Robbia, il polittico di Taddeo Gaddi ed il pergamo di Guglielmo Pisano.
All’uscita, di fronte alla chiesa, si trova il glorioso caffè Valiani che tra i suoi più illustri avventori annovera Verdi, Leoncavallo, Puccini. Ricavato nell’ex oratorio di Sant’Antonio Abate, il locale conserva splendidi soffitti e affreschi trecenteschi. Proseguendo per via Cavour si presti attenzione, al crocevia con via dei Frenai, al palazzo che vediamo erigersi, è la dimora signorile dei Panciatichi, nobile casato di origine pistoiese. Quindi si continui per via Palestro e via Pacini, si curvi in via San Bartolomeo che sfocia nella piazza omonima.
Chiesa di San Bartolomeo in Pantano
Fondata intorno al 760 da Gaidoaldo, archiatra di Desiderio e Adelchi, ultimi re longobardi, la chiesa fu ricostruita in stile romanico nel XII secolo. La facciata appare suddivisa in due parti, quella inferiore presenta decorazioni in marmi bianchi e verdi e quella superiore è in mattoni. Uno stacco così netto è dovuto alla realizzazione della facciata in due fasi distinte. All’interno merita soffermarsi sul pulpito di Guido Bigarelli da Como e sul Crocifisso ligneo, la cui croce è stata ricavata da un tronco di albero.
Si torni indietro in via Pacini e la si percorra sino ad incontrare piazza Giovanni XXIII su cui si affaccia l’antico Spedale del Ceppo.
Spedale del Ceppo
Fondato nel 1277, fu ampliato dopo la peste del 1348. Se all’interno è possibile visitare il Museo dei Ferri Chirurgici, è all’esterno che si trova il vero capolavoro da ammirare, ossia la decorazione del loggiato con i rosoni di Giovanni della Robbia e con il fregio di Santi Buglioni, in terracotta invetriata.
Itinerario B Da piazza del Duomo al Pantheon degli Italiani illustri
Piazza del Duomo
La struttura equilibrata ed armoniosa della piazza è esaltata dai palazzi che la cingono, fulcro della vita religiosa e civile. Accanto al complesso costituito da cattedrale, battistero, campanile e palazzo Vescovile, sulla piazza si affrontano l’antico palazzo del Comune e quello del Pretorio, antica sede podestarile.
Duomo
Dedicato a san Zeno, l’edificio attuale è dovuto ad una serie di interventi iniziati a partire dal XII secolo. Precede la facciata ricca di movimento e colore in stile romanico un portico con volta a lacunari sul cui arco esterno corre un festone vegetale. Al suo interno molte sono le celebri opere d'arte da ammirare: il trecentesco monumento di Cino da Pistoia, il Crocifisso di Coppo di Marcovaldo, la Madonna in trono e due santi di Lorenzo di Credi, una tela di Mattia Preti. E come non soffermarsi a guardare l’Altare di San Jacopo, conservato nella omonima cappella e formato da un dossale e da un paliotto. Questa superba opera è frutto della collaborazione di maestri orafi senesi, fiorentini e pistoiesi che vi lavorarono dal 1287 al 1450.
Battistero
Incastonata tra il palazzo Pretorio e vecchie case si trova quella perla del Battistero, gotica costruzione trecentesca a pianta ottagonale, interamente rivestita di fasce alterne di marmo bianco e verde, che si vuole eretta su disegno di Andrea Pisano. Dedicato a San Giovanni, l’edificio deve la sua denominazione in “corte” alla sua collocazione prossima alla longobarda curtis domini regia, centro politico ed amministrativo della città alto medievale. Persa la sua funzione liturgica, il battistero ospita avvenimenti culturali.
Museo civico
Allestito nel duecentesco palazzo del Comune, nel Museo è esposta una significativa rassegna di opere d'arte appartenenti a varie scuole e realizzate da numerosi artisti tra cui emergono Lorenzo di Credi, Francesco di Valdambrino, Ridolfo del Ghirlandaio e Anton Raphael Mengs.
Museo della cattedrale
Di fronte al Museo civico, ha sede nel trecentesco palazzo dei Vescovi il Museo della Cattedrale di cui si può ammirare il cospicuo Tesoro, comprendente raffinate opere di oreficeria, affreschi staccati, statue, codici miniati e paramenti medioevali.
Da non perdere è il percorso archeologico che interessa i sotterranei del palazzo, custodi delle tracce antiche della città. Tra i reperti di grande interesse archeologico si possono osservare una stele etrusca di tipo fiesolano, una fornace romana e tratti di mura dell’antica Pistoriae.
In piazza del Duomo sfocia via Ripa del Sale, percorrendone un breve tratto possiamo visitare il Museo diocesano.
Museo diocesano
All’interno del palazzo tardorinascimentale, già di proprietà della famiglia Rospigliosi, costruito tra la metà del Cinquecento e i primi del Seicento, trova oggi posto il Museo della Diocesi di Pistoia. Il nuovo allestimento prevede che, intorno ad un nucleo stabile di oggetti, se ne alternino altri, sempre diversi. La scelta degli arredi ricade su opere che testimoniano in maniera esauriente e rilevante le più svariate tipologie di oggetti e le loro variazioni stilistiche nel corso dei secoli. Fra i pezzi di rara e raffinata tecnica merita menzionare la Croce in bronzo di manifattura di Limóges del XIII secolo.
Dopo essere tornati in piazza del Duomo, la si attraversi e quindi si prenda via Bracciolini che termina in via del Presto. Percorrendola tutta si arriva in piazza Spirito Santo.
Chiesa dello Spirito Santo
La costruzione della chiesa fu voluta nel Seicento per accogliere i Gesuiti. Alla facciata esterna a filari irregolari di pietre, scevra di qualsiasi decoro, corrisponde un interno ricco di capolavori, dal sontuoso altare maggiore in marmi policromi realizzato su disegno di Gian Lorenzo Bernini alla grande tela con l’Apparizione di Cristo a Sant’Ignazio di Pietro da Cortona. Tra gli artisti che lavorarono per abbellire questa chiesa va ricordato anche Andrea Pozzo, pittore gesuita, che ha dipinto san Francesco Saverio predica agli infedeli. Degno di nota è anche l’organo di Guglielmo Hermans, incorniciato da una grande cassa lignea intagliata e dorata.
Risalendo lungo via de’ Rossi e poi via Sant’Andrea è possibile raggiungere la chiesa di Sant’Andrea da cui la piazza su cui si affaccia prende il nome.
Chiesa di Sant’Andrea
Questa chiesa, databile al XII secolo, è assai celebre grazie alla presenza di un autentico gioiello che conserva al suo interno, ovvero il pergamo di Giovanni Pisano. Si tratta di uno dei massimi capolavori della scultura gotica, firmato dall’artista nel 1301, come indica l’iscrizione in latino incisa nella fascia che scorre lungo il parapetto. Il pulpito dalla forma esagonale ha il ballatoio a specchiature marmoree decorate con episodi del Nuovo Testamento, sostenuto da archi ogivali poggianti su colonne di marmo rosse, con basi alternativamente a dado e figurate.
Di fronte all’antica pieve si trova palazzo Fabroni, adibito a sede espositiva ed a iniziative attinenti alle arti visive contemporanee. Riprendendo a camminare in via Sant’Andrea si finisce in piazza San Francesco.
Chiesa di San Francesco
Eretta tra il Duecento e il Trecento, la chiesa non presenta esternamente una muratura omogenea, dal momento che la facciata è giunta a compimento solo nella parte inferiore, dove appare rivestita di fasce in marmo verde e bianco.
Questo itinerario si conclude passeggiando lungo un viale ombreggiato dalle chiome dei platani che ci accompagnano sino al parco della villa Puccini che rispecchia lo stile dei parchi romantici all’inglese, costeggiato di edifici e statue in terracotta di cui purtroppo restano ben poche tracce. Quelle testimonianze che sono rimaste sono però sufficienti a creare un’atmosfera di particolare effetto. Come catapultati in un quadro di un paesaggista di inizio Ottocento, ci si trova immersi in un paesaggio che ricorda nostalgicamente la grandezza e la magnificenza del passato: ecco allora dal grande lago artificiale emergere l’isola con il tempio di Pitagora, a memoria della grandezza della Grecia arcaica. Poco più lontani vi sono il castello gotico e il Pantheon, piccolo edificio di gusto neoclassico al cui interno vi erano quattordici busti in terracotta dedicati ad altrettanti uomini illustri.