Livorno itinerari artistici
Itinerario A Dalla stazione al lungomare
Arrivati alla stazione attraversiamo piazza Dante e camminiamo poi per viale Carducci sino ad incontrare viale Alfieri. Percorriamolo tutta e proseguiamo per viale Petrarca finché troviamovia Calzabigi su cui si affaccia il museo che la città ha dedicato al suo più celebre compositore.
Museo mascagnano
Situato in villa Maria, detta il Castelletto, questo museo è sorto grazie a una donazione degli eredi del compositore; nelle sue stanze sono conservati autografi, fotografie, diplomi, carteggi, cimeli di Mascagni, tra cui pianoforti e una pagina della Cavalleria rusticana.
Al termine di via Calzabigi si prenda prima via Bonomo e poi viale Marconi; da qui si curvi in via Micali dove si trova il Museo ebraico.
Museo ebraico Yeshivà Marini
Ospitato in un elegante edificio neoclassico, il Museo ebraico custodisce paramenti, argenti e oggetti di culto, alcuni dei quali provengono dalla più antica sinagoga, distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Tra le opere di maggior rilievo vanno segnalate l’Hekhl del Cinquecento, contenente i rotoli di pergamena della Torah, ed un’arca lignea dorata riccamente intagliata e decorata, che tradizione vuole essere giunta a Livorno grazie ad alcuni profughi ebrei del Portogallo.
Percorsa tutta la strada si arriva in via Paoli, da qui giungiamo in via della corona che ci conduce in piazza del Cisternone. Appena varcato l’ingresso, possiamo vedere la grande cisterna coperta da una caratteristica cupola dimezzata. Camminando per via Sant’Andrea si finisce in piazza dei Mille e da qui si raggiunge uno dei più ampi e suggestivi luoghi della città: piazza della Repubblica. Risalente alla prima metà del XIX secolo, la piazza si configura come una sorta di imponente ponte a volta, il cosiddetto “Voltone”, di 240 metri di lunghezza, destinato ad unire la città nuova al centro antico scavalcando il Fosso Reale. Al centro furono innalzate le statue dei granduchi lorenesi Ferdinando III e Leopoldo II che, danneggiata nel corso dei moti risorgimentali del 1849, fu rimossa e collocata nella vicina piazza XX Settembre. Girando intorno al Fosso Reale possiamo ammirare la Fortezza Nuova, così chiamata per distinguerla dalla precedente. Eretta fra il XVI e il XVII secolo, la sua progettazione coinvolse vari architetti tra cui Bernardo Buontalenti e fu voluta dal granduca Ferdinando I de' Medici. L’antico bastione mediceo presenta una struttura poligonale alla quale si accede dal ponte sugli Scali. Entriamo così nel parco pubblico cui è attualmente adibito questo spazio, usato sino alla seconda guerra mondiale per fini militari. Proseguendo per gli scali del Vescovado si entra nel cuore del quartiere denominato la Venezia nuova per la presenza di numerosi canali. Dirigiamoci verso la piazza dei Domenicani, dove si erge la chiesa di Santa Caterina.
Chiesa di Santa Caterina
Questo edificio dalla pianta ottagonale rivela nella sua parte inferiore la propria incompiutezza. Realizzata a partire dal 1720 su progetto iniziale di Giovanni Del Fantasia, ha visto nel corso del tempo succedersi coloro che hanno diretto i loro lavori. Una volta entrati si possono ammirare gli affreschi settecenteschi del Terreni e del Traballesi ed in particolare la tela dipinta da Vasari con l’Incoronazione della Vergine, posta sopra l’altare maggiore.
Durante il Settecento fu affiancato alla chiesa un convento di frati domenicani che, tuttora visibile, è stato in tempi recenti adibito a carcere, che ha avuto tra i suoi più tristemente illustri “ospiti” il presidente della Repubblica Sandro Pertini, arrestato durante l’epoca fascista.
Dalla piazza dei Domenicani ha origine via Borra, strada nobile ed elegante su cui nei secoli scorsi sono stati edificati i palazzi delle più ricche famiglie mercantili e delle sedi delle ambasciate. Tra gli edifici più belli spicca il palazzo delle colonne, la cui facciata marmorea differisce dalle altre in pietra serena. Quindi percorrendo la traversa della Madonna raggiungiamo via Grande che ci porta all’omonima piazza su cui si affaccia la cattedrale.
Duomo
Originariamente edificata a partire dalla fine del Cinquecento, la chiesa andò purtroppo distrutta durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale per essere poi restaurata secondo il disegno primitivo. Un meticoloso lavoro ha consentito di ridare vita anche ad alcune opere, come il bell’altare maggiore in marmo, arricchito ai lati da teste di angelo opera di Quesnay.
Visitato il duomo percorriamo un lungo rettilineo composto da via Cairoli, piazza Cavour, via Ricasoli e piazza Attias e arriviamo così in via Roma, strada che ospita alcuni edifici di particolare interesse storico artistico; andiamo dunque a visitarli partendo dalla casa del grande pittore labronico Amedeo Modigliani.
Casa Natale Amedeo Modigliani
Uno degli artisti cui questa città ha dato i natali è Amedeo Modigliani. Visitando le stanze della sua casa si può ripercorrere l’intera vicenda artistica e umana del grande pittore, dagli anni livornesi sino alla maturità artistica parigina, grazie all’esposizione di documenti autografi, dei dipinti più significativi e di opere originali. L’arredamento è stato ricostruito sulla base dei documenti della famiglia Garsin-Modigliani e i mobili originali sono stati dislocati secondo le funzioni espositive.
Museo di storia naturale del Mediterraneo
Come già capitato per il Museo mascagnano, anche in questo caso una magnifica residenza storica livornese è divenuta sede museale, si tratta questa volta della settecentesca villa Henderson destinata ad ospitare gran parte dei settori espositivi permanenti del Museo di storia naturale del Mediterraneo. Il percorso mira ad illustrare l’area geografica mediterranea, la sua storia geologica, botanica, zoologica, la storia dei popolamenti che vi si sono succeduti e le trasformazioni del patrimonio naturale legate all’influenza dell’uomo. Oltre che poter contemplare materiali ed esemplari provenienti dalle collezioni scientifiche, si possono utilizzare supporti didattici ed iconografici, nonché strumenti multimediali.
La visita non si conclude qui. Infatti all’interno del parco storico della villa, concepito come un bel giardino all’italiana, sono ospitate diverse strutture quali la sala del mare dove è visibile un esemplare di balenottera comune e il laboratorio di genetica. Da segnalare sono anche il planetario e l’orto botanico dedicato alla flora delle regioni mediterranee, ed in particolare a quelle specie vegetali tipiche della provincia di Livorno, della costa e dell’arcipelago toscani.
Terminata via Roma si giunge in piazza Matteotti, da cui parte via Montebello; percorriamola sino all’altezza di via San Jacopo in Acquaviva dove si trova l’ingresso ad uno dei più bei musei della città di Livorno e non solo.
Museo civico Giovanni Fattori
Il Museo civico Giovanni Fattori ha sede nella prestigiosa villa Mimbelli, residenza privata ottocentesca del ricco mercante Francesco Mimbelli.
Il percorso si snoda su due piani collegati da una monumentale scala decorata con putti di ceramica invetriata. Nelle sale sono esposti capolavori dell’arte livornese e toscana otto-novecentesca, tra cui spiccano i dipinti di Giovanni Boldini, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Plinio Nomellini, Amedeo Modiglioni. Una o due sale sono riservate a esposizioni temporanee delle opere della collezione in un continuo avvicendarsi di lavori di grafica, quadri di artisti livornesi del dopoguerra.
Si presti inoltre attenzione all’arredo delle stanze che hanno mantenuto intatto il loro splendore ottocentesco; decorazioni, arredamenti e tendaggi, tutto ci comunica il fastigio di questa villa, incastonata in un rigoglioso parco esotico dove ci si può rilassare all’ombra di una palma o assistere ad uno spettacolo nel teatro novecentesco all’aperto.
Dopo aver osservato alcuni dei più bei dipinti raffiguranti la costa labronica, dirigiamoci ad ammirarla dal vero; prendendo via Forte dei Cavalleggeri si finisce nel tratto in cui il lungomare si allarga nella terrazza Mascagni, elegante belvedere da cui si spalanca alla vista un incantevole panorama sul mare e sulle isole dell’arcipelago toscano. In questo luogo, costituito da una balaustra di colonnine in marmo e da una pavimentazione di piastrelle a mosaico, sorgeva un tempo il Forte dei Cavalleggeri, postazione a difesa della costa, sostituito all’inizio del Novecento da un parco dei divertimenti. La costruzione della terrazza risale agli anni Venti e fu in breve abbellita dall’aggiunta del Gazebo, usato per lo svolgimento di rappresentazioni musicali. Nello spiazzo antistante è da segnalare la presenza dell’acquario comunale, attualmente in fase di ampliamento.
Itinerario B Santuario di Montenero
Su una collina da cui domina il mare e il porto di Livorno si erge Montenero. Un tempo rifugio di briganti e per questo considerato luogo oscuro, monte del diavolo, questa località è divenuta celebre per la presenza del Santuario vallombrosano dedicato alla Madonna delle Grazie. Secondo la tradizione nel 1345 un pastore storpio fu guarito dopo avere condotto sulla vetta del colle un’immagine miracolosa della Vergine, da allora ritenuta fonte di grazia e di devozione da coloro che vi si rivolgono. Intorno a tale icona è sorto l’odierno Santuario, continua meta di pellegrinaggi.