Fiesole itinerari artistici
Itinerario Da piazza Mino da Fiesole al convento di San Francesco
Piazza Mino da Fiesole
Da sempre fulcro della città, su quest'area in epoca romana sorgeva il foro. Su di essa si affacciano i principali edifici: il duomo di San Romolo, il palazzo Vescovile, il seminario, la chiesa di Santa Maria Primerana ed il palazzo Pretorio.
Cattedrale di San Romolo
Eretto nel 1028 e ampliato nei secoli successivi, il duomo è intitolato a san Romolo, patrono della città, di cui conserva le spoglie nella cripta e altre opere tese a ricordarlo, come la bella statua in terracotta invetriata attribuita a Giovanni Della Robbia e gli affreschi dipinti verso la fine del Cinquecento dal fiesolano Nicodemo Ferrucci nel catino absidale. Questo è solo l'inizio, molte sono infatti le opere che qui meritano di essere viste, prime fra tutte: il grande polittico di Bicci di Lorenzo della prima metà del Quattrocento, un prezioso paliotto datato 1273, il san Sebastiano del Perugino ed altre opere di Mino da Fiesole. Non si può trascurare di visitare la cappella Salutati, gioiello di arte quattrocentesca, decorato dal monumento sepolcrale del vescovo Leonardo Salutati e da un dossale marmoreo.
Infine, prima di uscire è opportuno scendere nella cripta dove si trovano una tavola attribuita a Domenico Ghirlandaio e l’immagine della Madonna del soccorso, pregiata opera duecentesca.
Imbocchiamo via Portigiani dove possiamo visitare l'area archeologica in cui sono conservate importanti testimonianze sulle origini di Fiesole.
Parco archeologico
In un ameno paesaggio punteggiato di olivi e cipressi affiorano da un passato lontano i resti del tempio, delle terme e del teatro.
Il teatro, databile al I secolo a. C., doveva essere riccamente decorato con marmi. La sua cavea, di 34 metri di diametro, torna ogni estate ad ospitare i numerosi spettatori che assistono agli spettacoli dell'Estate fiesolana.
Costruite pochi anni dopo, le terme recano ancora testimonianze degli ambienti che le componevano: piscine, calidarium e frigidarium.
Davanti alle terme si staglia l'area sacra, che comprendeva due templi di età romana con altare, scalinata e podio monumentale.
Museo archeologico
Vi sono esposti numerosi reperti che vanno dall'eneolitico fino all'età longobarda.
Questa passeggiata tra le rovine antiche prosegue costeggiando le mura etrusche nell'omonima via, dove appaiono possenti con i loro cinque metri di altezza. Camminando in via Andrea Costa si raggiunge via Giovanni Dupré su cui si affacciano due musei molto diversi tra loro, l'uno infatti è prevalentemente rivolto all'arte medievale e quattrocentesca, l'altro propone parte della produzione grafica di un artista contemporaneo.
Museo Bandini
Contiene la collezione del canonico Angelo Maria Bandini che vanta numerosi pezzi di eccezionale bellezza, tra cui il nucleo di icone su fondo oro, la serie dei Trionfi di Jacopo del Sellaio, la Madonna col Bambino e un Angelo della bottega del Botticelli e il gruppo di terrecotte dei Della Robbia.
Museo e fondazione Primo Levi
Meritato omaggio a Primo Levi, questo museo consente di ammirarne oltre sessanta oli e più di centocinquanta disegni, appartenenti al periodo compreso tra il 1911 e il 1985, consentendo di ripercorrere il cammino di un pittore che ha unito le radici culturali personali agli stimoli derivanti dalle grandi correnti artistiche europee del Novecento. A ciò si aggiunga una autentica chicca, ossia che, a differenza di altri musei monografici, questo ha sede nella quattrocentesca villa Le Coste che fu per molti anni l'abitazione di Primo Levi.
A questo punto concludiamo questa visita salendo per via san Francesco sino a raggiungere una delle zone più panoramiche di Fiesole. Da una terrazza alberata Firenze si offre al nostro sguardo, contornata dalle colline la cui bellezza incanta ormai da secoli tanti turisti proprio come quelli protagonisti del celebre film Camera con vista.
Poco più sopra si apre il piazzale su cui furono eretti nel Trecento la chiesa ed il convento di San Francesco.
Chiesa e convento di San Francesco
Dapprima sede delle Romite, passò in seguito ai Francescani che ampliarono sia la chiesa che il convento di cui fu superiore san Bernardino da Siena.
La chiesa, vero gioiello quattrocentesco, conserva, tra le altre opere, un'Annunciazione di Raffaellino del Garbo e l'Adorazione dei Magi di un pittore della scuola di Cosimo Rosselli. Un arco rinascimentale attribuito a Benedetto da Maiano incornicia il coro, affrescato alla fine del Cinquecento con scene bibliche. Dalla sagrestia, in cui sono collocate opere di Baccio Maria Bacci, si accede alla cappella di sant'Antonio con il bel Presepe in terracotta robbiana. Accanto alla sagrestia vi è un piccolo chiostro quattrocentesco, dove si trova l'ingresso al Museo etnografico missionario, in cui sono radunati materiali di varia provenienza e tipologia. Particolarmente ricca è la sezione cinese comprendente tra l'altro abiti, strumenti musicali, avori, porcellane e statuette di giada. Interessante è anche la sezione di antichità egizie.
Prima di uscire sostiamo come fece lo scrittore francese Albert Camus presso i due bei chiostri, dove è possibile leggere su una pagina le emozioni suscitategli durante la sua permanenza in questo luogo di grande suggestione e permeato di una così intensa spiritualità.