San Gimignano itinerari artistici

Itinerario A Dalla Rocca di Montestaffoli alla porta delle Fonti

Rocca di Montestaffoli
Questo itinerario parte dal luogo più panoramico di San Gimignano: la rocca. Eretta dai fiorentini nel 1351 sul colle di Montestaffoli, domina il borgo antico. Sebbene della fortezza rimangano ben pochi resti, la salita fin quassù merita per la spettacolare vista che si apre al visitatore. Dalla sommità dei torrioni è infatti possibile apprezzare "la Manhattan del Medioevo", come è stata soprannominata San Gimignano per le sue numerose torri. Lasciatevi sedurre dal fascino di questo centro e preparatevi ad immergervi nelle sue piazze, nelle sue viuzze che più volte sono divenute set di celebri film italiani e stranieri.

Scendendo lungo via della Rocca si raggiunge la piccola piazza delle Erbe, su cui svettano le due torri Salvucci, appartenenti alla famiglia ghibellina degli Ardinghelli. La loro costruzione ci riporta a quei tempi remoti in cui le più ricche e potenti famiglie nobiliari rivaleggiavano innalzando torri sempre più alte. In questa continua gara intervenne l'emanazione di uno statuto comunale che vietava espressamente di elevare torri che fossero più alte di quella del Podestà (torre Grossa). Per aggirare tale disposizione gli Ardinghelli fecero erigere le due torri di uguale altezza che sovrapposte avrebbero superato tutte le altre.

Attraversata la piazza si giunge nel luogo dove si innalzano i simboli del potere laico e religioso: piazza del Duomo.

Palazzo Comunale
Costruito a partire dalla fine del Duecento, questo edificio fu la dimora del Podestà ed attualmente è sede del Comune e del Museo civico in cui sono ospitate numerose opere di scuola fiorentina e senese che vanno dal Duecento al Cinquecento. Ricordiamo le più importanti: il Crocifisso di Coppo di Marcovaldo, pittore fiorentino caduto prigioniero dei Senesi durante la battaglia di Monteaperti, la Maestà di Lippo Memmi, in cui è rimarcabile l'influenza del cognato Simone Martini, ed alcune splendide tavole di Pinturicchio e di Filippino Lippi. Tra i dipinti riveste importanza artistica e religiosa la Tavola di santa Fina su cui la giovane rimase immobile per cinque anni sino alla morte.

Usciti dalla pinacoteca, si entra nella camera del Podestà, sulle cui pareti Memmo di Filippuccio ha raffigurato scene amatorie di vita intima che vanno dal corteggiamento all'epilogo nuziale. Quale migliore smentita di questi squarci "osé" per coloro che considerano il Medioevo un periodo buio.

Si può quindi salire sulla torre Grossa che con i suoi 54 metri è la più alta delle belle torri che rendono inconfondibile in lontananza il profilo di questo borgo. Dalla sua sommità è possibile godere di una vista incantevole che spazia dalla Valdelsa fino alle Alpi Apuane e alla montagna pistoiese.

Duomo
Detto anche chiesa Collegiata, il duomo fu consacrato nel 1148 ed ampliato nel 1460 da Giuliano da Maiano. Dall'alto di una scalinata si erge l'edificio che appare esternamente spoglio di quasiasi decoro mentre all'interno è stato sontuosamente affrescato, attraverso i secoli, dai grandi interpreti della pittura senese e fiorentina. Spiccano per qualità il Giudizio Universale di Taddeo di Bartolo, le Storie di santa Fina di Ghirlandaio, il Martirio di san Sebastiano di Benozzo Gozzoli, l'Annunciazione lignea di Jacopo della Quercia ed un altare di Giuliano e Benedetto da Maiano. Questi sono alcuni dei tesori che fanno del duomo un "museo" di grande pregio.

A sinistra della Collegiata si accede tramite l'arco di san Giovanni a piazza Pecori dove fa bella mostra il palazzo della Propositura, elegante edificio duecentesco.

Palazzo della Propositura
Situato tra il Duomo ed il palazzo Comunale, conserva importanti opere di cui le più prestigiose sono la loggia dell'Annunciazione decorata da formelle e bassorilievi ed il bellissimo affresco del Ghirlandaio nell'antico oratorio. Sede dell'Archivio Capitolare e dell'Opera, contiene quattrocentine, pergamene e bolle papali.

Nel loggiato è invece allestito il Museo etrusco locale in cui è stato sistemato il materiale rinvenuto in zona.

Altro edificio di interesso artistico in questa piazza è il Museo d’arte sacra dove sono esposte opere provenienti da chiese e conventi soppressi. Accanto a tele e altre testimonianze pittoriche figurano argenterie, corali e vesti liturgiche.

Attraversata piazza del Duomo si raggiunge piazza della Cisterna. Già detta delle taverne per le numerose locande che vi si trovavano, deve il suo nome attuale al grande pozzo destinato ad uso pubblico che vi campeggia nel mezzo. Su questo spazio, in cui anticamente si svolgeva l'attività commerciale, si affacciano tipici palazzi del Duecento e del Trecento che creano una sorta di barriera da cui emergono le torri dei Cortesi e quelle degli Ardinghelli.

Si prosegua per via del Castello, tra le più eleganti e caratteristiche di San Gimignano, dotata di begli edifici tra cui la chiesa di San Lorenzo in Ponte. Al termine della strada si prenda via Santo Stefano per arrivare a porta delle Fonti che si apre sulla campagna e conduce alle Fonti pubbliche dove un tempo si lavavano i panni.

Itinerario B Da porta San Matteo a porta San Jacopo

Come migliaia di pellegrini hanno fatto in passato, varchiamo porta San Matteo, antico ingresso settentrionale della via Francigena.

Chiesa di Sant’Agostino
Risalente al 1298, questo edificio in stile romanico-gotico ha un'unica, vasta navata illuminata da quattro grosse monofore gotiche, le cui pareti dovevano un tempo essere ornate da molte pitture di cui oggigiorno affiorano soltanto pochi resti, essendo state ricoperte da una imbiancatura per evitare il diffondersi delle epidemie. Malgrado questa perdita, la chiesa custodisce numerose opere d'arte di inestimabile importanza, tra cui un posto d'onore spetta al ciclo affrescato nel coro e formato dalle 17 storie di sant'Agostino dipinte da Benozzo Gozzoli con squisito stile narrativo. Una curiosità da segnalare è la presenza dell'autoritratto del pittore nel quarto personaggio a sinistra all'interno dell'ultimo riquadro di destra nella zona inferiore. Merita soffermarsi ad ammirare anche la cappella di San Bartolo eseguita da Benedetto da Maiano.

Dalla sacrestia si accede al bel chiostro quattrocentesco, dove al centro si colloca un pozzo ottagonale.

Percorrendo via delle Romite si può osservare l'ex Conservatorio di Santa Chiara con l'annessa chiesa in cui è conservata una tela di Matteo Rosselli.

Ex Conservatorio di Santa Chiara
Attualmente ospita un grande polo espositivo di cui fanno parte il Museo archeologico, la Spezieria di Santa Fina e la Galleria d’Arte moderna e contemporanea "Raffaele De Grada".

Museo archeologico
Sono qui raccolti i reperti di epoca etrusco-romana e medievale rinvenuti nel territorio circostante che ci consentono di ripercorrere le tappe salienti della storia di San Gimignano.

Spezieria di Santa Fina
A partire dal Cinquecento, alcuni locali furono adibiti a spezieria, destinata ad ingrandirsi e, per un po', a restare aperta al pubblico.
Oggi è possibile osservare la raccolta della farmacia comprendente perlopiù vasi in ceramica e contenitori in vetro con medicinali, suppellettili e arredi vari, appartenenti a un periodo molto esteso che va dal Quattrocento all'Ottocento. L'esposizione ha luogo in un corridoio e due sale, una delle quali riproduce la farmacia dell'Ottocento mentre l'altra propone la ricostruzione del laboratorio.

Imboccando a questo punto via Folgore da san Gimignano si incontra sulla destra l'Ospedale di Santa Fina. Fondato all'indomani della morte della santa protettrice di San Gimignano, l'Ospedale accrebbe ben presto il suo patrimonio grazie ad offerte.

Adiacente all'ospedale vi è la chiesa di San Girolamo, edificio ad unica navata, del Seicento.

Siamo così arrivati a porta San Jacopo, aperta nelle mura, accanto al piccolo omonimo edificio religioso, la cui costruzione fu voluta nel Duecento dai Termplari.