Prato itinerari artistici

Itinerario A Da piazza del Duomo a piazza di San Domenico

La prima tappa di questo nostro itinerario si trova nell’ampia piazza del Duomo che si è sviluppata nelle forme attuali tenendo conto della presenza della cattedrale di Santo Stefano, consentendoci di poterla ammirare da molteplici angolazioni.

Duomo
“M’affaccio alla finestra, e sporgendomi un po’ di lato, m’appare la fronte marmorea del Duomo, a strisce bianche e verdi, il Pergamo di Michelozzo e di Donatello, appeso come un nido all’angolo della facciata, e il bel campanile che servì da modello al campanile di Giotto, ma più di quello è semplice, snello, e schietto: di pietra tagliata, di buona e liscia pietra pratese”. Quali altre parole possono meglio introdurci alla visita nel duomo di Prato che queste con cui Curzio Malaparte riesce rapidamente a coglierne gli elementi più belli ed interessanti: la facciata bicroma, il pergamo del Sacro Cingolo, il campanile e ad arricchire il tutto l’intenso impiego del marmo verde di Prato. I lavori di ampliamento e ristrutturazione dell’edificio preesistente, iniziati verso la metà del XII secolo, trasformarono la modesta costruzione delle origini in una delle chiese romanico-gotiche più notevoli del territorio toscano. E l’interno non è certo da meno! Molte le opere di grande pregio che vi si possono ammirare, dai cicli pittorici di Paolo Uccello, raffiguranti Storie della Vergine, a quelli dipinti nel coro da Filippo Lippi con storie dei santi Giovanni Battista e Stefano, dal pulpito a calice di Mino da Fiesole e Antonio Rossellino al transetto trecentesco attribuito a Giovanni Pisano, autore anche di una Madonna con Bambino. E ancora occorre ricordare la cappella della Sacra Cintola, a sinistra dell’ingresso, affrescata da Agnolo Gaddi nel Trecento, in cui è conservata la reliquia mariana che viene esibita dal pulpito esterno in occasione di particolari feste. Ma Prato non è una città attenta unicamente a conservare le preziose testimonianze del passato, ma è anche vigile sulle tendenze più interessanti dell’arte contemporanea. Così all’interno del duomo non sorprenda trovarci anche lo splendido altare di Robert Morris e l’ambone dello stesso artista.

Museo dell’Opera del Duomo
Ospitato all’interno del cinquecentesco palazzo Vescovile, custodisce opere provenienti dalla cattedrale e oggetti legati al culto della Sacra Cintola, tra cui da segnalare sono i rilievi originali del pulpito di Donatello e i dipinti di Paolo Uccello, di Filippo e Filippino Lippi.

Si prenda via Mazzoni che sfocia in piazza del Comune, fulcro urbanistico e politico della città, data la presenza del palazzo del Comune e del palazzo Pretorio. Al centro la seicentesca fontana del Bacchino di Pietro Tacca con l’elegante tazza di forme marine, sormontata dal Bacco bambino (l’originale è conservata nell’atrio del palazzo Comunale, sostituita nella piazza da una copia)

Museo civico
Il museo è allestito nelle sale di palazzo Pretorio, antico palazzo comunale di Prato ottenuto tra i secoli XIII e XIV mediante la fusione di tre palazzi distinti, dalla cui trasformazione vennero creati i locali per ospitare le sedi del Podestà, della magistratura locale e delle prigioni. Nelle stanze sono raccolte molte opere d’arte che spaziano dal Medioevo all’Ottocento, tra cui merita soffermarsi sui polittici di Giovanni da Milano e Lorenzo Monaco, sulle opere di Filippo e Filippino Lippi, su quelle di Luca Signorelli. E ancora illustri testimonianze della cultura figurativa seicentesca, come il Noli me tangere di Caracciolo, varie nature morte del Settecento, i modelli originali in alabastro e gesso di Lorenzo Bartolini tra cui spicca la celebre Fiducia in Dio.
Dal Museo civico dipende anche la Quadreria del palazzo Comunale, situato nella stessa piazza, dove sfilano dinanzi al visitatore soggetti allegorici, stemmi nobiliari, ritratti di uomini illustri e in particolare dei governanti della città che si sono succeduti nei secoli, dai Medici ai Lorena.

Da qui s’imbocchi via Cairoli dove si trova l’ottocentesco teatro Metastasio la cui elegante sala interna, disposta a ferro di cavallo, trova corrispondenza nella facciata esterna. Percorrendo la strada si incontra piazza Santa Maria delle Carceri. Tra le molte bellezze che si possono ammirare a Prato, due si trovano proprio in questa piazza.

Chiesa di Santa Maria delle Carceri
La chiesa, autentico gioiello dell’architettura rinascimentale, fu innalzata da Giuliano da Sangallo al posto di una prigione dov’era affrescata una immagine miracolosa della Madonna. Da qui deriva il nome con cui viene designata la basilica, dove tuttora l’icona sacra è conservata sopra l’altare maggiore. L’edificio è un capolavoro di simmetria che riecheggia soluzioni architettoniche di Leon Battista Alberti e di Filippo Brunelleschi. L’interno è decorato con opere in terracotta invetriata di Andrea Della Robbia e rischiarato da belle vetrate eseguite su disegno di Domenico Ghirlandaio.

Castello dell’Imperatore
Conosciuto anche come Fortezza di Santa Barbara o Castello Svevo, il castello dell’Imperatore costituisce la più importante testimonianza architettonica dei secoli XI-XIII della città. Unico stupendo maniero svevo nel centro-nord del Paese, la sua costruzione, iniziato nel Duecento per volere dell’imperatore Federico II di Svevia, si inseriva all’interno di un progetto finalizzato a porre sotto controllo militare le principali vie di comunicazioni che dal sud d’Italia conducevano in Germania. Si accede al castello varcando un portale con arco a sesto acuto, impreziosito con elementi decorativi dicromi e con i due leoni, stemma della casata imperiale. L’interno, per lungo tempo adibito a carcere, è praticamente vuoto, senza recar alcuna traccia degli incompiuti edifici originali.

Cassero
Accanto al castello è il Cassero, un camminamento sopraelevato fortificato al quale si accede da viale Piave e da via Pomeria. La sua costruzione fu voluta dai Fiorentini nel 1351 per consentire ai soldati di raggiungere direttamente dalle mura il castello e viceversa. Il corridoio interno del Cassero, voltato a botte e illuminato da una lunga serie di finestre, è diventato sede per interessanti mostre. Dalla porta Fiorentina, che era in pratica una piccola fortezza a ridosso delle mura, possiamo accedere anche al camminamento superiore, scoperto e coronato su entrambi i lati da merlatura guelfa, dal quale si gode un ottima veduta sul castello e sulla città.

Risalendo viale Piave si costeggia piazza San Francesco, su cui si affaccia l’omonima chiesa.

Chiesa di San Francesco
Nel Duecento i frati minori costruirono sul terreno ricevuto in dono dal Comune questa piccola chiesa e l’annesso convento. Si tratta del primo importante edificio religioso pratese realizzato quasi interamente in cotto, adoperato nel basamento e nel rivestimento della facciata assieme al verde di Prato. All’interno in prossimità dell’altare maggiore si trovano il bel pulpito quattrocentesco e la lastra tombale di Francesco di Marco Datini, realizzata nel 1411-12 da Niccolò di Pietro Lamberti. Dall’edificio a destra della chiesa si accede al chiostro, uno dei primi esempi di architettura rinascimentale in territorio pratese. Sul lato meridionale si accede al convento che conserva al primo piano alcune belle sale del primo Trecento.

Da qui si prosegua per via Rinaldesca dove all’incrocio con via ser Lapo Mazzei sorge palazzo Datini, antica residenza del mercante Francesco di Marco Datini e attualmente sede dell’Archivio di Stato, il più ricco e completo di corrispondenza e di registri mercantili esistente al mondo, fonte basilare della storia economica del tardo Medioevo. Continuando a camminare in via Rinadelsca si incontra via degli Alberti dove possiamo visitare la galleria di palazzo degli Alberti.

Galleria di palazzo degli Alberti
Il percorso museale, articolato nelle sale del primo piano di questo antico palazzo gentilizio, inizia con una serie di ritratti di autorevoli personaggi da cui si procede verso capolavori assoluti, come la Madonna col Bambino di Filippo Lippi, il Crocifisso con cimitero ebraico di Giovanni Bellini e la Coronazione di spine di Caravaggio. Si continua visitando la cosiddetta Quadreria, che propone un rapido excursus sui principali artisti della scuola fiorentina seicentesca. Accompagnano e l’esposizione pittorica alcune opere scultoree di Lorenzo Bartolini, tra le quali emerge una versione di dimensioni ridotte dell’assai nota Fiducia in Dio.

Prendendo via Banchelli e poi via San Vincenzo si apre sulla destra piazza San Domenico.

Chiesa di San Domenico
Fondata nel 1281 e ultimata agli inizi del Trecento, questa chiesa ha una facciata medievale rivestita nella parte inferiore in alberese e verde di Prato e nella parte superiore in cotto, con un contrasto cromatico di indubbia efficacia. In opposizione con l'esterno medievale è la struttura interna seicentesca, dove si conserva l’Annunciazione di Matteo Rosselli.

Museo di pittura murale
Nei locali del convento domenicano è attualmente ospitato questo museo in cui, come si deduce dal nome, sono esposti vari affreschi staccati e molte sinopie, tra cui spiccano quelle degli affreschi che Paolo Uccello dipinse nel duomo di Prato.

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Itinerario B Fuori le mura

Gli amanti dell’arte contemporanea non possono visitare Prato senza passare a visitare il museo costruito sul viale della Repubblica, su progetto dell’architetto razionalista fiorentino Italo Gamberoni.

Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Il complesso museale è formato da diversi ambienti tra cui sale espositive, spazi per esposizioni collaterali, laboratori didattici, un giardino per le sculture e una sala espositiva della collezione permanente. Tale raccolta comprende opere di grandi artisti del secondo Novecento come Burri, Castellani, Kounellis.

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